lunedì 29 settembre 2014

la musica dentro..




Questo fine settimana ho lavorato..mi piace ..sempre di più.
Osservi la vita che passa..uomini,donne..anziani,bambini..coppie belle e dolci (poche ,troppo poche),
amanti,coppie scoppiate che si trascinano..e tanta gente sola..

qualcuno ti fa un sorriso, qualcuno ti guarda, chi fa finta di non vederti..
ognuno con la sua vita che si porta appresso..
Borough Market: il mercato del cibo a Londra  

una volta ho visto un bellissimo film “La leggenda del pianista sull’oceano”dove il protagonista diceva che ognuno ha la sua musica..

ecco ,se fosse così si ascolterebbe solo musica triste e malinconica..troppe persone hanno uno sguardo rassegnato,chi arrabbiato..chi perso nel buio..
a volte mi chiedo..forse è più facile essere tristi? 

 Il mercato dei fiori a Columbia Road


Incontrarsi e invece che raccontarsi le gioie è più facile dirsi i problemi? 

Harrods Food Hall - London.

 


Non so..so solo che osservando i bambini nei carrelli a curiosare, guardarli addormentati nei passeggini sereni..o ascoltando le loro risate e i “mamma mamma mamma mi compri questo daiiii?” non si può essere tristi..o guardando due anziani coniugi, acciaccati, tenersi per mano dolcemente sostenendosi l’uno con l’altro, non si può non vedere l’amore..loro si …loro hanno capito cos’è la vita.


com’era bravo Novecento ad ascoltare la musica che ci portiamo dentro..
e voi che musica sareste?

2 commenti :

  1. Purtroppo,è così!Io che sono nata prima di te,vedo la differenza.Negli anni 70 ,80,si era felice con poco,i problemi c'erano ma la gente li affrontava diversamente!Lisa per fortuna ci sei e altre giovani come te.....questo ci fa sperare!Baci,Mrs:Rose

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  2. E' vero ciò che dice Rosetta e non è per fare i nostalgici, ma è vero che negli anni 70,( e parlo di quelli, perchè sono stati gli anni della mia adolescenza) si era davvero felici con molto meno. C'era, però, più senso di condivisione, di " sociale", di voglia di " uscire di casa" ed abbracciare gli altri. Adesso vedo tanto rinchiudersi in sè e nel proprio nido, nel proprio orticello. E vedo, con enorme tristezza, di quanto sia più facile dire a chi ci sta attorno " non mi è piaciuto ciò che hai fatto, che hai detto, che vivi, non mi piace quando fai così e cosà e via dicendo" piuttosto che riuscire a dire " Ti voglio un bene immenso". Ma perchè si deve aver così pudore ad esprimere sentimenti belli? Emanuela

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