Odio la malattia..è crudele..riduce l’individuo in un modo
terribile..anche gli uomini più forti diventano vulnerabili e
fragili..come foglie secche d’autunno..
Voglio ricordarmi tutto..voglio incidere nella memoria la
vita ..le persone..le avventure passate ..per non perderli..per non lasciarli
andare via per sempre.
L’estate era il periodo più bello per andare su in
montagna..ci andavamo anche in inverno..ma di rado..
Avevo la mia stanza..quella con il lettone ed un piccolo
balconcino che dava sul cortile..tra quei monti era come stare in un altro
mondo..niente tv..niente cartoni animati..solo noi e una natura pazzesca..
La mattina ..se non fosse stato per il frastuono di quegli
insopportabili (allora gli avrei spennati ..uno ad uno) tacchini..quelli dell’Adriano..il
vicino di casa ,non si sentiva nulla..solo la musica del bosco..e la Anna che
mi chiamava”…Annaaaaaa..Annaaaaa ( mi chiamo Anna Lisa..)…su gioia..vieni
giù..la colazione è pronta..e vai piano per le scale..”;..mia madre aveva
pensato bene di comprarmi degli zoccoletti di legno …e quando scendevo le scale
..facevano un rumore chiuso ma tanto regale..mi sembrava di avere i tacchi..ideali
per correre di sotto
La colazione ..il pranzo e a volte anche la cena si
facevano sul tavolo sotto il noce..in
cortile..avevamo davanti la vallata con Barghe… sembrava una cartolina....
Il rumore della vespa azzurra dell’Adriano che si
allontanava indicava che era ora di
spesa ..o giretto in paese..era la mattina il momento delle commissioni e
visite..il pomeriggio era per le avventure.
A volte andavamo solo dal fornaio..o dal macellaio…ma spesso
andavamo a trovare qualcuno..e la prima volta che andammo da Pierino mi venne
un colpo…
Era il padre del nostro vicino..quello della vespa..viveva
in paese..da sua figlia Bruna..e non aveva una gamba..
Non so come capitò..non chiesi mai..ma vederlo seduto..con
una coperta appoggiata sulle gambe e completamente vuota da un lato..mi
sconvolse..guardava fuori..con lo sguardo perso e triste
Walter mi conosceva troppo bene..lo tempestavo di
domande..ero una domanda unica…a volte esasperato rideva e diceva…”usignur..non
me ne bastava una di Anna..no due ne ho ..due vadavialciap”..e poi mi spiegava
tutto..con attenzione e pazienza..ma prima doveva sbuffare..
Quel giorno ..non disse nulla e a pranzo..mentre ero con la
testa bassa..e silenziosa disse alla Anna: “per me s’è spaventà..le minga
nurmal che tas inscì”..” chestà chi parla persin mentre dorma”..
per un po evitarono
di portarmi da Lui..
pace fu fatta quando un pomeriggio andammo a casa di
Adriano per un caffè..Pierino era in giardino sulla sua sedia
..mi sorrise ed
io pure…
e inizio a raccontarmi dei tacchini..della guardia che fanno..e che
quel frastuono è un canto..verso le loro femmine..che sono felici e vogliono
dirlo a tutti..ma che se sono troppo agitati ..allora un temporale è alle
porte..
Io mi dimenticai della sua gamba ..e lui si aggiunse alla
mia lista di persone cui chiedere
..”perchè?”..
Lisu